S. GABRIELE, Cinque anni di crisi in Italia: recessione o depressione? (Ottobre 2013)

La crisi finanziaria ha dato luogo alla recessione più grave dal dopoguerra. La sua eccezionalità ha stimolato confronti con il passato: il quadro è peggiore di quello che si è realizzato a seguito della Grande Depressione negli Stati Uniti. Le previsioni, in questa situazione, sono molto incerte, tendono a peccare di ottimismo e sono state continuamente modificate in senso peggiorativo. In parte, questi errori dipendono dalle difficoltà obiettive di anticipare gli avvenimenti quando gli andamenti sono così inusuali. In parte ha pesato una valutazione erronea degli effetti delle politiche intraprese: l’impatto dell’austerità è stato più forte del previsto, mentre le cosiddette “riforme”, pur intraprese in Italia e in altri paesi, hanno probabilmente contribuito a fiaccare la domanda.
Le politiche adottate dalla BCE hanno ridotto i timori di rottura dell’Unione Monetaria e hanno ridimensionato la frammentazione del mercato del credito in Europa, ma nel nostro Paese restano consistenti problemi legati al peggioramento del rischio di credito e alla conseguente contrazione dei prestiti; peraltro anche la domanda di credito resta debole.

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