2 - Teodoro CRISCIONE - Stefano CAFFARI - Introduzione ai sistemi di credito collaborativo (maggio 2020)
La natura auto-organizzata e comunitaria dei Sistemi di Credito Collaborativo (CCS) ed il loro uso complementare al sistema economico e monetario ufficiale possono essere utilizzati per migliorare la resilienza delle comunità territoriali, in special modo durante le crisi politiche, economiche e finanziarie. La loro adozione potrebbe essere utilizzata per affrontare persino la crisi ecologica, premiando comportamenti di consumo e produzione eco-compatibili oppure fornendo uno strumento utile per gestire investimenti sostenibili community-led.
Giachi L., Proia F., Tuzi F. (2021), Le monete complementari. Pratiche economiche e legislazione regionale, Rivista Cambio Vol.11 No.21
The role of CCs as tools for rebuilding local economies through communities appears to emerge from the Italian experience. The projects launched in our country range from community of businesses – closed circuits in which members voluntarily exchange goods and services, offsetting debts against credits – to projects characterized by solidarity and participatory systems aimed at strengthening community relations as well as at promoting sustainable development models. These systems lie on the border between formal/informal economic activities. The proximity to existing projects, a certain ability to intercept emerging requests as well as the need to face the effects of the crisis caused by the pandemic has pressured some Regions to include CCs in their legislations as an attempt to move these systems to formal economy. However, the promotion of the complementary currencies is basically an investment in relationships, therefore stimulating trust and a proactive role in community decision-making is an issue that cannot be resolved just through legislation. Consequently, local institutions must rethink and improve their role in order to be able to become themselves pro-active subjects for the development of community initiatives.
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6 - Criptovalute e tecnologia blockchain (2022), Fondazione Finanzaetica
La finanza etica si pone criticamente nei confronti dell’impiego del risparmio per finanziare le attività produttive. Categorizza, sulla base di principi etici più circoscritti di quelli comunemente noti come sostenibili quelle che ritiene possano avere un impatto positivo in termini di redistribuzione della ricchezza, di rispetto della natura e dei territori, di coinvolgimento delle persone più marginali così come di promozione di una cultura di pace e disarmo tra le società. Gli operatori di finanza etica si interrogano quotidianamente su quali siano le azioni che meritano di essere sostenute nel mondo bancario e della finanza tradizionale, mettendo in atto un processo che non può mai dirsi definitivo per quanto alcuni capisaldi valoriali siano intoccabili ma sempre in trasformazione.
Il termine “monete complementari” (Complementary Currencies – CCs) definisce l’ampio ventaglio di sistemi di scambio, sviluppati da gruppi di agenti (persone fisiche, strutture economiche e sociali, enti locali o banche) organizzati in rete, che integrano le monete ufficiali. Con tale termine viene genericamente indicata una specifica unità (o sistema) di conto utilizzata per contabilizzare e regolare transazioni volontarie, senza interessi, realizzate all’interno di un definito ambito geografico finalizzate allo scambio di merci e servizi.
Si parla di monete complementari in quanto, indipendentemente dal fatto che queste assumano una forma fisica o meno, non sono emesse da una banca centrale. Alle monete complementari è associata prevalentemente la funzione di unità di conto e, dunque, possono essere definite come monete “di scopo” utilizzate per determinare il valore di beni e servizi oggetto delle transazioni del circuito.
I CCs mostrano un’ampia varietà di obiettivi (ad es. economici, sociali e ambientali) e possono svilupparsi sia come strumento di rivalsa nei confronti dei processi di globalizzazione sia come strumento per promuovere opportunità economiche a livello locale altrimenti non disponibili attraverso gli usuali scambi dell’economia di mercato. Questi sono, infatti, promossi per sostenere e stimolare l’economia a livello locale e lo sviluppo sostenibile, rappresentando il risultato di movimenti collettivi finalizzati a cambiamenti culturali pensati per produrre soluzioni innovative che partono dagli interessi delle comunità coinvolte, concentrandosi sul carattere sociale dell’economia piuttosto che sull’economia di mercato.
In Italia il tema dei sistemi di monete complementari si contraddistingue per il permanere di un vuoto normativo in grado di regolare e di valorizzare in maniera sistemica le esperienze territoriali esistenti. Difatti seppur ci siano stati tentativi di disegni di legge per creare un quadro legislativo e regolamentale nessuno di questi è andato in porto.
Le attività di ricerca condotte dall’Issirfa cercano di analizzare la situazione italiana in termini di tipologie di iniziative esistenti e, soprattutto, in un recente lavoro (https://oaj.fupress.net/index.php/cambio/article/view/10730 ), vengono analizzati gli interventi normativi realizzati dalle Regioni sullo specifico tema. L’obiettivo è quello di mappare le iniziative regionali tese a sostenere circuiti di monete complementari, anche in risposta alla possibilità di fronteggiare gli effetti della grave crisi economica e sociale derivante dall’emergenza pandemica.